Sardegna Stato Federale ed Autonomia Differenziata, un contributo di Salvatore Cubeddu
Il mio amico Adriano Bomboi, che annovero tra le persone pensanti per i suoi contributi come studioso dei temi economici sardi e sardisti, specie per il suo volumetto sui “PROBLEMI ECONOMICO-FINANZIARI DELLA SARDEGNA” edito da Condaghe, oggi mi ha segnalato un prezioso contributo di Salvatore Cubeddu sul tema dell’Autonomia Differenziata e di riflesso sullo stato dell’arte del più generale tema dell’autodeterminazione dei sardi.
Questo tipo di interventi sono tutto fuorchè banali e il lavoro che da qualche anno si cerca di fare su questi temi attraverso l’associazione Sardegna Stato Federale mi suggerisce che siano anzi fondamentali perché uno dei maggiori rischi del pensiero sardista è di cadere nel buco nero dell’inconcludenza e della confusione per l’assenza di un approccio metodologico lle tematiche anche istituzionali.
E’ dunque fondamentale, di tanto in tanto, interrogarsi su quanto prodotto, sugli obiettivi e sugli strumenti per non perdere la bussola.
Ecco giustificata la parola Dossier usata dal Cubeddu nel suo articolo e il successivo dispiegamento delle ultime vicende, nonché le diverse reazioni alle proposte sull’Autonomia Differenziata che hanno ripreso vigore con il governo Meloni.
Di questo intervento, che potete leggere integralmente qui, colgo ad una prima veloce lettura quattro cose utili al ragionamento: 1) la posizione di Cherchi che frettolosamente derubrica tutta la materia come il solito tentativo delle regioni ricche contro le regioni povere, una posizione questa che la dice lunga sulla vis di rinnovamento di una sinistra che cavalca solo strumentalmente il concetto superato di autonomia facendo ben attenzione a non cambiare un bel nulla; 2) la battaglia vittoriosa sulla questione dell’insularità in costituzione della quale però sono convinto non si colga appieno la valenza giuridica, direi il precedente, molto più incisivo nel lungo periodo della valenza economica/assistenzialista; 4) la posizione ufficiale della giunta Solinas, che di fatto fa emergere un approccio di tipo federalista (che a me non dispiace affatto; 4) infine una sintesi chiara che ricorda quasi la struttura di un Manifesto sull’attuale stato dell’arte dell’autodeterminazione della Sardegna e che non posso che riportare testualmente in quanto punto di arrivo e di partenza di quanti lavorano sul tema.
E difatti Salvatore Cubeddu scrive: ” Con queste precisazioni la strada dovrebbe essere segnata e le decisioni comporterebbero il percorso che il Movimento Autonomistico nel suo insieme ha imboccato negli ultimi trent’anni: 1) ridefinire gli spazi di autogoverno, i poteri e le risorse della Sardegna mediante un nuovo Statuto di autonomia speciale, la cui elaborazione sia affidata ad un’Assemblea Costituente del Popolo sardo. 2) il ruolo della Sardegna nel rilancio della proposta federalista all’insieme delle Regioni che compongono lo Stato italiano. 3) ripresa delle ragioni geografiche, etniche, storiche e culturali che fondano la specialità del Popolo Sardo e la sottolineatura operativa che gli offrono l’onore e l’onere di comportarsi quale Nazione”.
Alla fine del “Dossier” il Cubeddu riporta i documenti più importanti di questo processo ed uno in particolare è la base da lla quale si è mosso il progetto Sardegna Stato Federale, presentato circa un anno fa a Macomer e di cui potete vedere la registrazione integrale su youtube. Si tratta del testo de Sa Carta de Logu Noa pro sa Sardigna, un testo che tutto il gruppo di lavoro considerò subito di notevole valore pratico, giuridico oltreché simbolico.
Il nostro successivo lavoro si è concentrato su una porposta di aggiornamento del testo alla luce di un quindicennio dove, tra le altre cose, si era fatta strada appunto l’autonomia differenziata, una maggiore consapevolezza di alcuni ambienti indipendentisti della necessità di un’approccio più pratico e pragmatico e meno ideologico sul tema, non ultimo l’inserimento della insularità in Costituzione, vista da me come un’ulteriore grimaldello capace di rimuovere l’assurda idea di una Costituzione immodificabile ed inemmendabile nella seconda parte poggaindosi strumentalmente sull’equivoco concetto di indivisibilità della Repubblica.
Il grande lavoro svolto dal gruppo di Sardegna Stato Federale nel primo anno di lavoro è stato anche quello di dare al federalismo una base scientifica e questo tentativo è stato foriero di buoni frutti grazie al prezioso contrubuto di Giuseppe Melis, Professore ordinario della Facoltà di Economia dell’Università di Cagliari, che ha introdotto nel ragionamento la teoria dei sistemi applicandola al sistema federale.
Queste le mie prime riflessioni che pubblico riservamdomi di ampliarle.
Vedi fonte:
http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=20294