Cocci di Orani e Tanit nuragica, di Gigi Sanna
W ORANI! A QUANDO UNA CONFERENZA SUI QUEI MAGNIFICI ‘COCCI’?
Ho fatto non poche conferenze in Sardegna sulle scoperte epigrafiche riguardanti la scrittura nuragica ma non ho avuto mai l’onore di poter parlare in Orani dei cosiddetti ‘cocci’ rinvenuti da due giovani di Orani. Furono consegnati a Giulio Chironi il quale prontamente li fece vedere al Prof. Giovanni Lilliu perchè gli dicesse cosa ne pensava di due ‘Tanit’ presenti in uno dei documenti e delle lettere simili (alcune identiche) a quelle della stele di Nora. Il Lilliu, questo armai lo si sa con certezza, rifiutò di credere ai ‘cocci’ e disse la nota frase: ‘i cocci sono nuragici ma i segni chi li ha fatti’. Risposta che letteralmente imbestialì il Chironi, grande appassionato di archeologia, perchè nè lui nè i giovani si sarebbero mai permessi di presentare delle contraffazioni ad un archeologo di tale caratura e fama. Il sottoscritto e Gianni Atzori si recarono a casa di Chironi e qui appresero da lui come erano andate le cose. Di quelle scoperte avrei voluto parlare in Orani, ai cittadini di Orani, perchè presso un nuraghe di quel comune erano stati trovati dei documenti che in un colpo solo dicevano due cose importanti per l’archeologia, a prescindere dal tenore di ciò che risultava scritto con una certa tipologia di segni fonetici: che le Tanit non erano di concezione nè fenicia nè punica, ma sarda, e che la Stele di Nora risultava non fenicia ma sarda anch’essa. Ora, vi faccio una domanda secca: avete mai sentito qualche archeologo che abbia scritto qualcosa in proposito sui cocci di Orani? No. Silenzio assoluto su quei reperti, proibito parlarne. E infatti da trent’anni non se ne parla. Non si sa neppure che fine essi abbiano fatto. Neanche al giorno d’oggi che pure vede coinvolto uno dei cocci oranesi per quanto riguarda la magnifica scoperta dello YHW del Monte Ebal in Palestina (scritto nello stesso modo, ovvero con i caratteri protocananaici) qualcuno osa dire nulla. Eppure quei documenti, sottoposti a perizia scientifica, potrebbero dire tanto circa una scoperta rivoluzionaria ovvero che nel Mediterraneo il dio YHW era venerato in due posti diversi. Capite? Due YHWH e non più uno solo! Non più il dio unico del popolo di Israele, quello noto in tutto il mondo per essere unico, ma il dio ‘viaggiatore’ adorato in Sardegna a partire certamente dalla seconda metà del secondo Millennio a.C., nell’età del cosiddetto bronzo finale. Ci sarebbe da fare un convegno storico – religioso internazionale sulla documentazione che ci parla di due YHWH. E gli archeologi e gli storici sardi che fanno? Vi sembra ammissibile che ci sia silenzio su ciò? Vi sembra condotta ‘scientifica’, di una accademia sana, tacere di una notizia che per altro lo storico Gian Matteo Corrias ha ormai fatto conoscere in tutto il mondo? Lo ripeto: spero che mi facciano fare una conferenza sui reperti di Orani, anche perchè qualche merito nella vicenda dei due YHW penso di averlo, dal momento che, sulle orme di Raffaele Pettazzoni, ho quasi gridato in ‘Sardoa Grammata’ (2004) che i documenti sardi testimoniavano che in Sardegna il dio venerato (e per tantissimi secoli) era yhw (yhwh). In Orani, vorrei ‘gridarlo’ ancora!
In foto: Particolare della copertina di ‘Sardoa Grammata’ con l’iconografia del toro della luce e la scritta (in agglutinamento) YHW (Yod – he – waw)
Prof. Luigi (Gigi) Amedeo Sanna