L’Istituto Superiore Etnografico della Sardegna si apre ai territori, iniziando da Macomer.
Ieri mattina ho avuto un incontro istituzionale col valente e dinamico Dottor Stefano Lavra, Presidente dell‘ISRE, l’Istituto Etnografco più importante della Sardegna, un piccolo miracolo sardo che sfiora i 30.000 visitatori all’anno e che ha avuto alle sue origini due padrini d’eccellenza quali l’archeologo Giovanni Lilliu e l’architetto Simon Mossa
L’Istituto Superiore Regionale Etnografico, istituito nel 1972; e con sede a Nuoro, é un centro di ricerca che si propone di promuovere lo studio, l’archiviazione, la divulgazione e la conoscenza della vita dell’Isola nelle sue manifestazioni tradizionali, culturali e linguistiche e di favorire la conoscenza degli usi, delle tradizioni popolari e della storia di quelle popolazioni dell’area mediterranea che hanno avuto e hanno con la Sardegna comuni interessi culturali.
L’Istituto, oltre a vantare una biblioteca nata quasi contemporaneamente, ha realizzato nel tempo diverse mostre permanenti tra le quali non possiamo non citare l’imperdibile iMuseo del Costume, aperto permanentemente dal 1976 con il nome di Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde e da sempre incluso nelle più importanti guide turistiche nazionali e internazionali.
La struttura offre una rappresentazione generale della vita tradizionale dell’isola, dal lavoro alla festa, attraverso la testimonianza dei modi dell’abitare e del vestire, dell’alimentazione, della religiosità e dell’immaginario popolare. Una straordinaria esperienza culturale proposta attraverso gradevoli ambientazioni e la visione degli oltre 5.000 oggetti esposti. La visita si articola in dieci sale tematiche: storia comparata della Sardegna, etnografia e collezionismo, attività produttive tradizionali, attività domestiche, tessitura, costumi e abiti tradizionali, gioielli e amuleti. carnevale barbaricino. strumenti musicali tradizionali, pani tradizionali.
L’Istituto Etnografico della Sardegna svolge anche la funzione di editore su temi di particolare interesse culturale e vanta un archio documentale di primo piano frutto in parte di donazioni e in parte di acquisti; si tratta soprattutto di documenti manoscritti.
L’altro importante sito da visitare è la casa natale di Grazia Deledda, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1929. Il Museo Deleddiano ha sede nella medesima casa natale della scrittrice nuorese (1871-1936).
Grazie alla generosità della famiglia Madesani-Deledda, e in particolare della signora Fernanda, nuora della scrittrice, l’ISRE é entrata in possesso di un gran numero di manoscritti, fotografie, documenti vari e di oggetti personali che formano la prima dotazione repertale del Museo aperto il 5 marzo 1983
Da segnalare, per la sua straordinaria importanza storica, l’imponente collezione Cocco, costituita da circa duemila oggetti relativi alla cultura popolare della Sardegna, risalenti in massima parte alla seconda metà dell’Ottocento e al primo cinquantennio del Novecento; in particolare comprende settecentotrentuno manufatti tessili e milleduecentosessantasei gioielli, nonché un modesto numero di utensili, mobili e lavori di intaglio.
Che fare di fronte a questi siti eccezionali? Col Presidente Stefanbo Lavra abbiamo tentato di stilare una ipotesi di collaborazione in tre punti: 1) divulgazione di queste perle nei territori della Sardegna. Oggi l’Istituto gode di gran lustro fuori dal territorio sardo, ma i sardi che ne conoscono i preziosi segreti sono una sparuta monoranza. L’enorme patrimonio dell’ISRE deve essere utilizzato per creare la consapevolezza dei sardi quali protagonisti della storia passata, presente e futura. Macomer si candida ad essere la prima tappa ufficiale di questo nuovo percorso; 2) Macomer ha divese collezioni private di grande valore; storico. Sarebbe utile individuare quali di queste potrebbero entrare a far parte della enorme offerta dell’ISRE oggi luogo di pellegrinaggio di quasi 30.000 visitatori all’anno; 3) una sorpresa. La terza idea è talmente dirompente che rischia di scuotere intere settori della cultura isolana, e non solo. La teniamo in serbo sinché non si materializza al fine di non creare il panico ed il rumore che in questa fase potrebbe rallentare l’iniziativa sul nascere.
Ringrazio ancora il Presidente Stefano Lavra per il proficuo e cordiale incontro che conferma ancora una voilta il mio approccio alle questioni: poche polemiche e molto lavoro. Solo così i risultati possono arrivare.
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