L’inizio della guerra del Donbass raccontato da chi l’ha vissuto
Winston P. racconta la storia della sua compagna ucraina sul proprio account twitter
“Ho aperto questo account esattamente un anno fa. L’ho aperto sull’onda di un evento spaventoso quanto imprevedibile nella sua prevedibilità. Un evento che è entrato nella mia vita dalla porta principale. Avevamo un appartamento ad Odessa, la mia compagna ed io.
Lei è nata a Dokuchaievsk una cittadina a 30 km da Donetsk. Le milizie filorusse occuparono la sua città una mattina di settembre del 2014. La guerra per lei era iniziata già a maggio con gli scontri tra l’esercito ucraino e i filorussi presso l’aeroporto Prokofiev di Donetsk.
Mentre sto scrivendo lei è qui vicino a me e mi chiede di precisare che in quegli scontri in molti avevano notato la presenza di soldati russi e di quelli che loro chiamavano “Kadyrovtsi” (Кадыровцы), le milizie cecene di Kadyrov. Siamo nel maggio 2014.
La sua famiglia decide di abbandonare la casa, gli affetti famigliari, il lavoro per trasferirsi in una zona dell’Ucraina più tranquilla. Si può dire che la guerra continui ad inseguirli e oggi hanno proseguito la loro fuga, fermandosi in Polonia.
Lei si era trasferita ad Odessa ed è lì che ci incontriamo. Decido di prendere una casa in affitto e cominciamo a vederci una volta in Ucraina e una volta in Italia. L’aereo che deve riportarla a Odessa era prenotato per il 22 febbraio 2022.
Fatico a convincerla a rimandare la partenza. Non ci crede che la Russia possa invadere l’Ucraina. Pochissimi ucraini credevano che la Russia potesse intervenire per il Donbass. La Crimea era una cosa diversa: lì c’era lo sbocco sul mare. Così mi dicevano.
Abitavamo non lontano dall’Accademia militare di Odessa e mi capitava spesso di vedere giovani cadetti passeggiare su Fontans’ka Rd. Neanche per un secondo mi sfiorò l’idea che quelle ragazze e ragazzi correvano il rischio di finire in una trincea a combattere una vera guerra.
Odessa e Lviv, che ho conosciuto bene, erano due città belle, generose, piene di vita. Non intendo idealizzare l’Ucraina, che mi appariva per quello che era, ma per certo era un luogo dove la vita trascorreva tranquilla. Non un Paese che si aspetta una guerra
E’ l’inutilità che non riesco ad accettare, della morte e distruzione causate dalla follia criminale di un uomo solo. Mi tormenta l’abisso che si è creato nella vita di quelle persone che ricordo sedute in uno dei tanti caffè di Derybasivska, nel centro di Odessa.
Volevo fissare con queste poche parole un anno di guerra, rendendo il mio personale e inadeguato omaggio a quelle persone innocenti che spero di rivedere presto sedute in quei bar e soprattutto a quei giovani cadetti che oggi combattono questa guerra insensata
Fonte: \1 https://t.co/W33VvOmbGI
(https://twitter.com/partigggiano/status/1632856886117642241?t=_QlXWqNXBucFnFbSy_pj4A&s=03)