Energia, come farà l’Europa a rendersi indipendente? di Jennifer Boscardin Ching
di Jennifer Boscardin Chinghttps
La crisi tra Russia e Ucraina ha aggravato la crisi energetica, rendendo ancor più urgenti investimenti nelle energie pulite che possano aiutare l’Europa a ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. L’analisi di Jennifer Boscardin-Ching, Product Specialist del team Thematic Equities di Pictet Asset Management
l conflitto in Ucraina ha colpito il mondo intero, le immani sofferenze umane causate non possono infatti lasciare indifferenti. Oltre a ciò, l’incertezza circa l’evoluzione futura della crisi sta gravando su mercati finanziari già volatili, con l’aggravante dell’effetto che le tensioni geopolitiche hanno avuto sul prezzo del petrolio e del gas. Il marcato rincaro delle materie prime energetiche ha causato un balzo dei costi dell’energia fino a livelli record in numerose regioni, in particolare in Europa.
Come conseguenza di ciò, questioni quali la sicurezza energetica e la stabilità dei prezzi sono tornate in primo piano, in cima alle priorità delle agende dei governi della regione. Un contesto che sta avendo un impatto strutturale piuttosto rilevante sul tema delle energie pulite (oggetto di investimento della strategia tematica Pictet-Clean Energy): le autorità europee, infatti, sono apparse ancor più motivate ad accelerare la transizione alle fonti di energia pulite e a ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.
Attualmente la Russia fornisce oltre il 40% del gas, il 27% del petrolio e il 46% del carbone consumati nell’Unione Europea. Nel tentativo di individuare fornitori diversi dalla Russia e accrescere l’indipendenza in ambito energetico, in questi giorni la Commissione Europea ha pubblicato un comunicato in cui sono illustrate misure aggiornate e ancor più ambiziose (rispetto al Green Deal originale) per incrementare la produzione di energia verde, diversificare le fonti di approvvigionamento ed evitare shock dei prezzi dell’energia.
Tra gli elementi salienti del piano rientrano:
- aumento degli investimenti in eolico e solare e semplificazione delle procedure per l’ottenimento di autorizzazioni, così da velocizzare la realizzazione di progetti nell’area delle rinnovabili; inoltre, a giugno 2022 verrà lanciata una strategia per sbloccare il potenziale dei pannelli solari da tetto nell’UE;
- maggiore attenzione all’efficienza energetica, tramite un raddoppio del numero previsto di installazioni di pompe di calore al fine di installare 10 milioni di unità nei prossimi 5 anni e raggiungere quota 30 milioni di unità entro il 2030;
- accelerazione dello sviluppo dell’idrogeno verde con l’obiettivo di alzare i target di produzione da raggiungere entro il 2030 da 5,6 milioni di tonnellate a 20 milioni di tonnellate;
- copertura del fabbisogno residuo di gas mediante forniture da produttori diversi dalla Russia.
Un aspetto molto importante del report è l’intenzione di anticipare il termine per il raggiungimento di numerosi obiettivi dal 2030 alla prima metà del decennio, vale a dire nei prossimi 3-4 anni, a riprova della determinazione ad agire prima che sia troppo tardi. Contemporaneamente, la Germania ha proposto una nuova legislazione atta ad anticipare il traguardo dell’alimentazione energetica al 100% da fonti rinnovabili al 2035, ben 15 anni prima del termine originario.
Degna di nota la frase conclusiva del report: “Visti gli sviluppi sui mercati dell’energia negli ultimi mesi e in particolare la drammatica evoluzione del contesto di sicurezza (energetica) nelle scorse settimane, si rendono necessari la netta accelerazione della transizione all’energia pulita e l’aumento dell’indipendenza energetica dell’Europa”.
Facile immaginare che d’ora in avanti l’indipendenza e la sicurezza energetica rimarranno in cima alla lista delle priorità di governi, aziende e consumatori, insieme alla necessità di procedere senza indugi alla decarbonizzazione. In generale, occorrerà una transizione energetica su larga scala, che riguarderà non solo le forniture di energia (quindi le rinnovabili), ma anche i trasporti (e-mobility), l’edilizia (efficienza energetica degli edifici e pompe di calore) e l’industria (processi produttivi a basse emissioni di CO2, automazione, intelligenza artificiale, IoT e stoccaggio di energia). Questi sono i segmenti di investimento della strategia tematica di Pictet-Clean Energy, settori che godono del robusto sostegno di driver legati ai fondamentali, nonché di trend ineluttabili di lungo periodo.