Gian Matteo Corrias: la navicella nuragica di Teti é prova inconfutabile dell’esistenza di una scrittura nuragica
Purtroppo non è un caso se le prime avvisaglie di una rivoluzione nell’ ambito specifico della sxrittura nuragica siano arrivate non dal mondo accademico ma dal mondo degli studiosi indipendenti. C?’é voluto il ritrovamento, nella zona di Teti, in barbagia, un documento dalla.portata davvero straordinaria. Cioé la Navicella fittile, che attraverso il metodo della termoluminescenza è statp datato con certezza essere stata prodotta da mano umana tra il IX e VIII secolo avanti Cristo. Una cosa interessante di questo di questo reperto é che reca degli inequivocabili segni ed in particolare un segno che non può passare inosservato a chi studia: il segno del famoso pugnaletto nuragico?. E cosa è successo dopo questa scoperta? Comprensibilmente nrl mondo accademico sono state registrate le prime timide aperture e la resistenza all’idea che i nuraghi potessero scrivere o avessero praticato la scrittura è forte e tuttavia accademici come ad esempio Giovanni ugas Università di Cagliari hanno iniziato ad aprirsi a questa questa ipotesi è a produrre anche le prime proposte interpretative
Chiaramente si tratta di migranti semiti in Sardegna precoloniale. Diecimila nuraghi non possono produrre una scritta, ma avremmo trovato migliaia di scritte nei nuraghi, graffiti e quant’ altro. La Stele di Montoro in Spagna è in Protocanaitico, ma nessun archeologo iberico direbbe sia iberica, ma un import culturale levantino. Chi ha detto che Spagna o Sardegna non fossero frequentate da Cipro e da Micenei e Semiti in periodi precoloniali? Corrias non è un Linguista, non è mai esistita una lingua Sardo semita, esiste la Toponomastica Barbaricina in Sardo Arcaico e non esiste nulla di semitico in essa. Ad Ognuno il suo mestiere.