The Sardinian and Jewish roots of Rudas Nereide Salmon, by Mario Carboni
English Version in the end
(Le radici Sardiste ed Ebraiche di Nereide Rudas Salmon, di Mario Carboni)
Il mio amico Mario Carboni non mi sorprende più, ormai è chiaro che è una risorsa irrinunciabile per chi vuole capire la storia e non solo quella della Sardegna. In una visione globale e non provinciale del sardismo storico che vuole riappropriarsi dell’identità, della coscienza e consapevolezza dei sardi, conoscere alcune vicende risulta davvero illuminante. Riporto letteralmente il suo recente intervento apparso sui social network.
In quest’anno centenario della nascita del PSdAz e vicini al 27 gennaio, giornata internazionale del ricordo delle vittime della Shoah, risalta una vicenda che vede un’intreccio fra ebraismo e sardismo, pochissimo conosciuto. Un sipario, accuratamente abbassato sulla storia di una grande famiglia sarda, che tanto ha caratterizzato il progresso economico e sociale della nostra Isola ed in particolare di Macomer lo alzò Nereide Rudas nel finale della propria vita. La Rudas, da nubile era una Salmon e da grande sarda, fu docente e psichiatra di fama internazionale, di enorme cultura ed umanità, dopo una vita di studio, d’impegno culturale e civile , realizzazioni e grandi successi professionali e scientifici ci ha lasciato da pochi anni. Nei suoi ultimi tempi stava ri-conoscendo e approfondendo l’eredità delle sue radici ebraiche per parte della mamma Emma, figlia di Gustavo Salmon, ebreo venuto in Sardegna da Livorno nel 1895 per una partita di caccia. Decise mettendo su famiglia, sposando Nereide Tibi, di rimanere investendo le sue cospicue ricchezze e soprattutto conoscenze economiche e finanziarie impiegandole in vari settori e con gran successo.
Acquistò terre, aprí caseifici moderni, iniziò la loro esportazione nelle Americhe, costruì la prima centrale elettrica, prestò denaro ad interesse più basso delle banche e battendo l’usura che attanagliava pastori e contadini, fabbricò ville e palazzi.
La sua famiglia Coen Salmon, sefardita cacciata dalla Spagna dopo l’editto del 1492 e approdata in Algeria, era fuggita da Algeri nel 1805 per sfuggire ad un pogrom islamico scatenato contro la comunità ebraica locale approdando a Livorno. Oscar, fratello di Emma Salmon, quindi zio di Nereide Rudas, ritornato dalla Grande guerra da eroe fu fra i fondatori del PSdAz e probabilmente fra gli organizzatori nella logistica dei primi congressi dei combattenti e poi del PSdAz a Macomer .Anche Gustavo Salmon, il nonno di Nereide, grande imprenditore in svariati campi e innovatore economico e tecnologico che contribuì alla nascita della Macomer moderna, sostenne il sardismo e fu sempre antifascista. Per questo fu ammonito e posto sotto sorveglianza dopo la svolta antisemita del regime fascista e divenne vittima dell’applicazione delle severissime norme contro gli ebrei anche in relazione alle attività imprenditoriali. Non conosco i particolari della persecuzione dell’intera famiglia, se venne attuata o solo minacciata o anche se abbia beneficiato in qualche maniera della copertura conseguente alla particolarissima vicenda del sardofascismo che aveva visto buona parte dei sardisti vestire la camicia nera. Neanche il passaggio al cattolicesimo per potersi sposare lo salvò completamente e in quanto ebreo fu anche minacciato di deportazione che non avvenne forse per rispetto per il figlio ex combattente decorato al valore e per l’amicizia del Vescovo di Bosa al quale aveva donato il Giardino Salmon di Macomer nel quale venne costruita la chiesa ancora esistente. Nella facciata della chiesa il Vescovo fece inserire nel rosone una grande stella di Davide, forse per ringraziamento all’amico e mecenate, che appare in foto d’epoca e oggi misteriosamente scomparsa. Dopo l’8 settembre quando in continente imperversavano i nazisti e i repubblichini, arrestando gli ebrei ed avviandoli nei lager per lo sterminio, la Sardegna fu liberata e occupata dagli Alleati. Scomparve per i Salmon il rischio di essere prelevati e assassinati come avvenne ad esempio per gli ebrei del Dodecanneso ed in particolare a Rodi e lo zio di Nereide il sardista Ugo Salmon fu nominato Commissario prefettizio. Nereide che in gioventù assieme a tutta la famiglia subì l’umiliazione e la minaccia alla sicurezza e la paura di persecuzione conseguente alle leggi razziali fasciste che richiedevano prove e gradi di arianità sempre più stringenti risalendo anche alle più lontane parentele ebraiche, anche in discendenze miste , raramente affrontava questo lato della sua vita e solo negli ultimi tempi aveva iniziato un percorso di autoanalisi e di svelamento pubblico di una sua identità ebraica oltre che sarda e che stava riscoprendo e rivalutando. Ne parlava con pochi amici che sentiva aperti e sensibili nei riguardi della sua identità ebraica che con sofferenza interiore estraeva dai ricordi terribili della sua giovinezza che aveva vissuto l’antisemitismo che come un fumo venefico aveva circondato la sua famiglia, ma che anche permeava in qualche misura come antisionismo l’ambiente di sinistra al quale politicamente faceva riferimento. Sul sardismo e l’ebraismo furono incentrate alcune sue riflessioni negli ultimi anni della sua vita e aveva registrato con curiosità ed interesse la nascita e le attività dell’Associazione Chenàbura e manifestato il desiderio di incontrare qualche suo rappresentante . Anche da parte mia era grande l’interesse per un incontro. La conoscevo già ma non da questo punto di vista perché la sua origine ebraica mi era sconosciuta .Purtroppo ci lasciò prima che potessi vederla e parlarci. Sta adesso agli storici e agli appassionati di storia approfondire questo mio appunto e ricordo .
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The Sardinian and Jewish roots of Rudas Nereide Salmon, by Mario Carboni
My friend Mario Carboni no longer surprises me, it is now clear that he is an indispensable resource for those who want to understand the history and not just that of Sardinia. In a global and non-provincial vision of historical Sardism that wants to regain possession of the identity, consciousness and awareness of the Sardinians, knowing some events is truly enlightening. I literally report his recent speech that appeared on social networks.
In this centenary year of the birth of PSdAz and close to January 27, the international day of remembrance of the victims of the Shoah, a story stands out that sees an intertwining between Judaism and Sardism, very little known. A curtain, carefully lowered on the story of a large Sardinian family, which has so characterized the economic and social progress of our island and in particular of Macomer, was raised by Nereide Rudas at the end of his life. Rudas, as a maiden was a Salmon and as a great Sardinian, she was a professor and psychiatrist of international fame, of enormous culture and humanity, after a life of study, cultural and civil commitment, achievements and great professional and scientific successes she left us for a few years. In his last days he was re-knowing and deepening the legacy of his Jewish roots through his mother Emma, daughter of Gustavo Salmon, a Jew who came to Sardinia from Livorno in 1895 for a hunting party. He decided to start a family, marrying Nereide Tibi, to stay investing his considerable wealth and above all economic and financial knowledge, using them in various sectors and with great success.
He bought land, opened modern dairies, began their export to the Americas, built the first power plant, lent money at a lower interest than banks and, beating the usury that gripped shepherds and farmers, built villas and palaces.
His Coen Salmon family, Sephardi expelled from Spain after the edict of 1492 and landed in Algeria, fled from Algiers in 1805 to escape an Islamic pogrom unleashed against the local Jewish community by landing in Livorno. Oscar, brother of Emma Salmon, then uncle of Nereide Rudas, returned from the Great War as a hero was among the founders of the PSdAz and probably among the organizers in the logistics of the first fighters’ congresses and then of the PSdAz in Macomer. Also Gustavo Salmon, the grandfather. di Nereide, great entrepreneur in various fields and economic and technological innovator who contributed to the birth of modern Macomer, supported Sardism and was always anti-fascist. For this he was warned and placed under surveillance after the anti-Semitic turn of the fascist regime and became a victim of the application of the very strict rules against Jews also in relation to business activities. I do not know the details of the persecution of the entire family, if it was carried out or only threatened or even if it benefited in some way from the coverage resulting from the very particular story of Sardofascism which had seen most of the Sardists wearing the black shirt. Not even the transition to Catholicism to be able to marry saved him completely and as a Jew he was also threatened with deportation which did not happen perhaps out of respect for his ex-combatant son decorated for valor and for the friendship of the Bishop of Bosa to whom he had donated the Salmon Garden. of Macomer in which the still existing church was built. On the facade of the church the Bishop had a large star of David inserted in the rose window, perhaps as a thank you to his friend and patron, which appears in period photos and now mysteriously disappeared. After 8 September when the Nazis and Republicans raged on the continent, arresting Jews and sending them to concentration camps for extermination, Sardinia was liberated and occupied by the Allies. For the Salmon disappeared the risk of being taken and murdered as it happened for example for the Jews of the Dodecanese and in particular in Rhodes and Nereide’s uncle the Sardist Ugo Salmon was appointed Prefectural Commissioner.
Nereid who in his youth together with the whole family suffered the humiliation and the threat to security and the fear of persecution resulting from the fascist racial laws that required more and more stringent tests and degrees of Arianity even going back to the most distant Jewish relatives, even in mixed descendants , rarely faced this side of his life and only recently had he started a process of self-analysis and public disclosure of his Jewish identity as well as Sardinian and which he was rediscovering and re-evaluating. He talked about it with a few friends who he felt open and sensitive towards his Jewish identity that with inner suffering he extracted from the terrible memories of his youth that he had experienced the anti-Semitism that like a poisonous smoke had surrounded his family, but which also permeated some he measures the left environment he politically referred to as anti-Zionism. Some of his reflections in the last years of his life were focused on Sardism and Judaism and he had recorded with curiosity and interest the birth and activities of the Chenàbura Association and expressed the desire to meet some of its representatives. Also on my part there was great interest in a meeting. I already knew her but not from this point of view because her Jewish origin was unknown to me. Unfortunately she left us before I could see her and talk to her. It is now up to historians and history buffs to deepen this note and memory of mine.