Il Tar chiede conto al Ministero della Salute delle restrizioni imposte alla Sardegna. (Indipendentzia).
Sostengo ormai da tempo che i danni che arrivano dalla Repubblica Italiana superano ormai di molto i supposti vantaggi economici assistenzialistici, posto che paghiamo cara la nostra secolare sudditanza in termini di efficienza della Pubblica Amministrazione e soprattutto continuiamo a pagare per decisioni prese a Roma attraverso leggi nazionali valide, come ho avuto modo di ripetere più volte, a Milano come a Lollove.
Riporto letteralmente quanto ho letto nel sito Adnkronos
Sardegna ancora zona arancione da domani, ma il Tar ha bisogno di ulteriori elementi per decidere sul ricorso della Regione contro l’ordinanza del ministro Roberto Speranza che ha confermato il passaggio dell’isola in arancione. Per questo “ordina al ministero della Salute di fornire i chiarimenti richiesti e gli atti relativi entro le ore 15 di lunedì 1 febbraio”. Così si sono pronunciati, d’urgenza, i giudici, che scrivono come la Regione Sardegna abbia “suffragato le sue affermazioni con dati numerici e tabelle depositate in giudizio.
Rimando al link specifico per i dettagli, ma è chiaro che già in istruttoria il Tar abbia chiaramente riscontrato una insufficienza di motivazioni plausibili nell’atteggiamento del ministero competente.
A questo punto io mi chiedo chi potrà mai risarcire i danni economici patiti dalla Sardegna per non aver potuto, da un anno a questa parte, assumere alcuna decisione sulle misure di restrizione della liberta economica e personale.
Mi convinco sempre di più che le miei idee a proposito dei diritti storici della Sardegna ed in particolare del suo diritto maturale all’autodeterminazione non sia affatto un capriccio ma sempre più una necessità per uscire dal sottosviluppo. Indipendentzia,