LA CASTRAZIONE LINGUISTICA DEI SARDI.

Chi non possiede il concetto di Nazione sarda non ha rapporto con la tradizione e, perciò, non può costruire nulla su questo supporto fondamentale; non ha legame con la sua storia e quindi, non potrà mai capire il “linguaggio cifrato” che essa custodisce e che è la chiave del nostro futuro, il sentimento, il presentimento del prossimo cambiamento. Dalla relazione di Carlo Sanna Congresso di Carbonia 1984


Qualunque sia il proprio livello di conoscenza, la lingua sarda è l’elemento costitutivo fondamentale dell’essere nazione sarda e del suo diritto al l’autodecisione nazionale, cioè allo Stato sardo, libero e indipendente, con propria sovranità originale e naturale, Parlamento e potere legislativo, comprendente il diritto alla secessione sempre e anche in una ipotetica federazione, alla quale il sardismo ha sempre, pur inascoltato, aspirato su basi di parità e interesse reciproco.In questo difficile periodo storico di transizione all’Indipendenza, ogni passo in avanti, anche se piccolo, è il benvenuto.I sardisti devono essere il lievito della riscossa nazionale sarda e perciò ricercare ogni tipo di alleanza programmatica con chiunque abbia diverse sensibilità politiche e diversità organizzative a patto che si riconoscano come parte della nazione sarda e che siano convinti che senza lingua sarda insegnata nelle scuole e ufficiale nella vita sociale e politica, la nazione sarda si estingue e con essa il diritto all’autogoverno integrale.Bisogna convincersi che anche le auspicabili e più incisive conquiste in campo politico-economico, compreso l’autogoverno fiscale, la continuità territoriale, la zona franca, l’eliminazione delle schiavitù militari, avere infrastrutture, assistenza sociale, vita culturale e livelli di benessere e occupazione paragonabili ai migliori europei, non sono raggiungibili e rimarrebbero comunque vane a renderci un popolo libero, se rinunciassimo non solo collettivamente ma anche solo individualmente alla lotta per la lingua sarda.Perché un popolo che accetta di perdere la propria lingua è un popolo evirato, castrato, muto e con la lingua mozzata.Se il popolo sardo accetta di essere castrato, se chi fa politica a tutti i livelli, opera accettando la castrazione linguistica, non potrà mai liberarsi, neppure parzialmente, ma sarà sempre servo di poteri stranieri che ci sfrutteranno, distruggeranno la Sardegna, vampirizzando ogni sua risorsa, dando in mano il potere politico a nati in Sardegna ma che si vergognano di essere sardi e odiano la nostra lingua e cultura collaborando alla sua distruzione da parte del potere coloniale.M.C.