FALCHI, il cognome di probabile origine egizia
Svolgimento: Prof. Salvatore Dedola, glottologo di cui ho grande stima, così si pronuncia attorno alla questione etimologica del cognome falchi:
FALCHI, Falche, Falqui, Farchi, Farci: cognomi che Pittau considera reciproche varianti o forse un cognome italiano corrispondente al sostantivo falco. La posizione del Pittau è inaccettabile anche perché tale cognome è già documentato nel Tola (Codex Diplomaticus Sardiniae II 43 per l’anno 1410) come Falchi. Beninteso, anche per questo cognome è possibile che un suo ramo si sia insediato stabilmente in Toscana fin dall’XI secolo, a fini di commercio o militari o altro; anche il cognome Falck, in tal caso, sembra essere della stessa radice. Ma la loro primogenitura sembrerebbe sarda, non italica. Ciò non toglie che il cognome abbia avuto un’espansione notevole, europea. È attestato anche tra quelli ebraici: ebr. cat. Falcò, Falcon; ebr. it. Falco, Falcone; ebr. levantino Falkon; ma Falc-one appare già come patronimico: ha il suffisso sum. unu che significa ‘figlia’, ed il suo significato è ‘figlia di Falchi, figlia di Falco’. Si è sempre inteso il cognome Falchi come it. ‘falco’ (uccello di rapina). Fa sorridere la pretesa dei grandi etimologisti italiani di vedere la radice dell’it. falco nell’inglese hawk, essendoci una bella differenza fonetica tra i due lemmi. Peraltro in origine (nel XIII secolo) un tale A. Monte sosteneva che per falco s’intendeva una persona rapace, astuta’, ma non un volatile! Andrebbe fatto uno studio per capire la causa che ha portato alla metonimia dalla ‘persona astuta’ all’uccello di rapina. Ma probabilmente quella ‘persona astuta’ fu considerata tale (parlo sempre delle arcaiche origini…) perché ‘faceva paura’, ‘incuteva molto timore’. Non sarebbe quindi un caso se la base sembra l’akk. palḫu(m) ‘che incute paura’ (detto specialmente dei serpenti). Ma non è da scartare una anzianità ancora maggiore della base antica, ad esempio dal sum. bal (un certo tipo di sasso) + ki ‘territorio, Terra’: in composto balki, col significato di ‘Pietra del territorio’, ossia che delimita un territorio o lo connota. In questo caso potremmo pensare (per la Sardegna) a una pietra confinaria (ancora oggi l’isola ne è piena), oppure a quella che chiamiamo “perda fitta” ossia ‘pietra conficcata’, la quale è un menhir. Un tempo la Sardegna ne ebbe a dir poco 10.000, talora di altezze tipo quelle di Stonehenge, e servirono a indicare la presenza divina, il punto esatto dove arrivava l’energia cosmica, ed accanto alla quale si costruivano poi anche altri monumenti sacri. In ogni modo le basi arcaiche possono essere interpretate anche capovolgendo i concetti: quindi bal ‘sasso’ + ki ‘territorio’ può essere interpretato come ‘territorio di pietra’. In questo caso, per la Sardegna, possiamo riferirci al territorio di Orotelli od a quello dell’intera Gallura, e intendere il cognome Falchi come cognome di origine. Di questo cognome – come si può notare – ci sono vari radicali con i quali poter comporre un significato primitivo. Ovviamente la validità spetta a un solo composto. Quindi è su un ultimo composto che preferisco appuntare la mia preferenza. Falchi (pronuncia Falki, in certe parti della Sardegna Farki, in Campidano Farci) fu un originario nome virile teoforico, riferito alla somma divinità degli antichi Mediterranei. Il celebre dio solare Ba‛al, venerato specialmente tra i Siriani ma non solo, in Egitto era scritto e pronunciato Bār. In egizio la seconda parte del composto è Khi ‘the Exalted One, God; Dio, l’Elevato, l’Esaltato per antonomasia’; anche ‘disco (solare) con le ali’ (che poi era il classico geroglifico egizio rappresentante il Sole). Con tali basi è facile vedere nel cognome sardo Farki o Falki il significato di ‘Ba‛al Eccelso’, un epiteto fortemente influenzato dall’eloquio egizio e dalla sua religione.