La presenza umana nella Sardegna Preistorica – The Palaeolithic human presence in Sardinia from the Middle Pleistocene – Laerru

I risultati degli studi archeologici attestano la presenza umana in Sardegna durante il Paleolitico, sin dal Pleistocene medio iniziale nei due complessi Sa Coa de sa Multa e Sa Pedrosa-Pantallinu. In merito al Pleistocene superiore sono ricordate le evidenze di Grotta Corbeddu. (Nota. Peistocene: epoca geologica che rappresenta la prima parte dell’era quaternaria o neozoica. Il termine fu introdotto dal geologo C. Lyell nel 1839 per differenziare, nell’ambito della parte alta delle formazioni terziarie, quei terreni che testimoniavano la presenza di almeno il 90% di specie tuttora viventi nella Terra), Ho sentito fortemente il desiderio di divulgare alcune evidenze archeologiche iniziando del complesso di Sa Coa de sa Multa, nel territorio del Comune di Laerru. Le fonti da cui ho attinto per scrivere il presente articolo derivano principalmente dalla letteratura universitaria ed in particolare dall’opera del Prof. Fabio Martini, ordinario di Paletnologia presso l’Università di Firenze, che ho trasposto apportando sostanziali semplificazioni con l’intento di proporre un argomento ostico e scientifico al grande pubblico, poco avvezzo a tecnicismi. Ho inoltre inserito alcuni brani in lingua inglese con l’intento di far uscire lo studio dell’archeologia sarda da quella sensazione a volte percepita di autoreferenzialità,

The Palaeolithic in Sardinia: evidences, problems and hypotheses after thirty years from its discovery – The results of the geomorphological, pedological, paleontological and archaeological studies demonstrate the Palaeolithic human presence in Sardinia from the Middle Pleistocene. The A. confirms the chronological and cultural interpretation of the two Clactonian complexes in situ, confirms also the studies on Corbeddu Cave evidence (Upper Pleistocene) and present all the archaeological documents about Palaeolithic in Sardinia after thirty years of finds and studies by some researchers, problems and hypothesis related to the theme.

Dopo le esperienze su altri argomenti ed al fine di permettere anche ai miei pochissimi lettori d’oltre oceano di comprendere la portata dei contenuti che ho proposto, ho scelto di riportare di seguito una immagine della cartina con la precisa indicazione della posizione geografica della nostra isola di Sardegna rispetto alla penisola italiana.

Beacause my last experiences on other topics and in order to allow my overseas readers to understand the content I have proposed, I chosed to report below an image of the map with the Sardinian island location compared to the Italian peninsula.

Nella scala dei tempi geologici, il Pleistocene è l’epoca convenzionalmente compresa tra 2,58 milioni di anni fa e 11.700 anni fa e risalgono a questo periodo i più antichi fossili umani di cui fanno parte i resti del l’uomo di Neanderthal (vissuto tra ‘ 200.000 ed i 40.000 anni fa).

In the geological time scale, the Pleistocene is the period conventionally between 2.58 million years ago and 11,700 years ago and the oldest human fossils which include the remains of the Neanderthal man date back to this period (between 200,000 and 40,000 years ago).

Nell’ultima fase del Pleistocene, scomparsi i Paleoantropi (il citato uomo di Neanderthal), comparve l’Homo Sapiens che si diffuse in tutto il mondo, differenziandosi notevolmente secondo l’ambiente di residenza. Generalmente la Preistoria viene divisa in tre periodi: Paleolitico, Mesolitico e Neolitico.

In the last phase of the Pleistocene, the Paleoanthropes (the aforementioned Neanderthal man) disappeared, Homo Sapiens appeared and spread all over the world, differentiating considerably according to the residence environment. Generally Prehistory is divided into three periods: Paleolithic, Mesolithic and Neolithic.

Please, look at the map: Sardinia it’s an island located in the center of Mediterranea Sea, near to Italy, Spain and Africa. His history is very different from the italian history, Look at Domus de Janas and Nuragic Sardinia.

Sardinia Island in the center of Mediterranen Sea

Secondo quanto riportato dagli archeologi la frequentazione umana più remota sull’isola è stata accertata in diverse parti del suo territorio, ma principalmente in Anglona (SS) dove ricerche sistematiche hanno permesso di portare alla luce una grande quantità di manufatti litici su selce locale databili al Paleolitico Inferiore, in pratica gli strumenti (utensili) usati dagli ominidi nella propria vita quotidiana.

materiali litici (le pietre) di Pantallinu (Perfugas), Sa Coa de Sa Multa (Laerru) e Serra Preideru (Martis) risultano essere a tutt’oggi i soli ritrovamenti ascrivibili al Paleolitico medio-inferiore della Sardegna, databili fra 120.000 e 500.000 anni fa. Si tratta di utensili come raschiatoi e grattatoi scheggiati dagli uomini preistorici nella selce, una roccia durissima assai diffusa nella regione anglonese proveniente dagli strati sedimentari del lacustre miocenico.

Come l ‘ossidiana, anche la selce è in grado di generare fratture concoidi se colpita con la giusta angolazione e la sua struttura criptocristallina contribuisce alla formazione di schegge affilate.

Queste caratteristiche la resero preziosissima fin dall’inizio dell’Età della Pietra e l’attività mineraria legata all’estrazione della selce risale al Paleolitico, anche se le miniere diventarono più comuni nell’arco del Neolitico.

https://www.vitantica.net/

Nel territorio del comune di Perfugas lungo il corso del rio Altana, sono stati scoperti manufatti attribuibili a periodo Clactoniano arcaico (il termine Clactoniano è stato coniato dal paletnologo francese Henry Breu sulla base degli studi effettuati sui materiali del sito d Clacton-on-Sea lungo l’antico corso del Tamigi), confrontabili con elementi simili rinvenuti nel Gargano in Puglia e in altre aree della Penisola. In particolare i rinvenimenti di sa Coa de Sa Multa a Laerru sono risultati risalenti al Pleistocene medio, con una datazione intorno a 500.000 anni fa, confermando quanto già ipotizzato dai paleontologi circa l’arrivo dell’uomo in Sardegna durante la sostituzione faunistica nesogorale-tirrenica, avvenuta appunto nella prima parte del Pleistocene medio.

Particolare scalpore ha destato nel 2001 la scoperta nella Grotta di Nurighe nel Comune di Cheremule nel Meilogu di una falange del dito di una mano umana datata 250.000 anni fa. L’uomo di Cheremule nella scala evolutiva umana sarebbe da collocare in uno stadio anteriore all’Homo Sapiens e precisamente apparterrebbe ad un  Homo erectus la cui datazione si colloca tra i 750.000 e i 250.000 anni: secondo alcuni l’ominide sarebbe una sorta di homo pre-neanderthaliano.

Ai suoi resti è stato dato il nome di Nur, in memoria del mitico primo abitante della Sardegna e in base agli studi i ricercatori suppongono che la sua corporatura fosse di taglia media, particolarmente allungata e gracile.[2]

Questa importante scoperta è stata messa in discussione da altri studiosi come Francesco Mallegni e Barbara Wilkens che, a causa delle caratteristiche morfologiche, hanno ipotizzato una lontananza dagli ominidi identificando questo reperto come una falange del piede di un avvoltoio di grossa taglia.

Sa Coa De Sa Multa

Sa Coa De SA Multa è un sito è localizzato nel comune di Laerru, sulla sommità di un rilievo posto sul versante destro del torrente Altana, alla quota di circa 125 m slm. L’area di interesse archeologico è stata individuata sul leggero declivio sommitale del rilievo,

Lo studio della composizione e della modificazione del suolo ha permesso di ipotizzare nel sito di Sa Coa una evoluzione di almeno 500.000 anni,
Le superfici più antiche, quindi, risalirebbero al Pleistocene medio iniziale e sono attribuibili al filone culturale su scheggia senza bifacciali (Clactoniano). La fase antropica (di presenza uana) mesolitica è inserita nel colluvio olocenico che sigilla il deposito paleolitico (non fatevi impressionare troppo dai tecnicismi). Il livello più significativo del Paleolitico inferiore è quello intermedio (beta), il più ricco di materiali e il più esteso. Nel suo spessore ridotto (circa cm 10) sono stati raccolti solo manufatti in pietra (l’eventuale fauna e i pollini non si sono conservati) distribuiti in modo disomogeneo: si tratta di blocchi di materia prima, reperibile localmente, di prodotti di scheggiatura e di nuclei, di pezzi ritoccati. La superficie più anttica viene interpretata come un piano di lavorazione della selce all’interno di un’officina litica nella quale la selce, in liste e blocchi, veniva trasportata, lavorata per la messa in forma dei nuclei dai quali erano poi estratti i supporti scheggiati (gli strumenti ritoccati sono molto meno numerosi di quelli non ritoccati). La selce era reperibile a breve distanza dal sito.

È in atto lo studio tecno-tipologico integrale del complesso, il quale è stato in passato oggetto di una segnalazione di un campione dei manufatti litici
(Martini e Saliola 1999). Per Francesca Romagnoli la materia prima utilizzata è costituita da selce che affiora nel sito sotto forma di grandi blocchi, che presentano una struttura poco omogenea per l’elevata presenza di piani di fessurazione interni, vene e inclusi. Il solo metodo di débitage (squadratura, taglio della pietra) presente nel sito è di tipo S.S.D.A. (Forestier 1993) partendo da blocchi di materia prima iscritti in un volume prismatico piuttosto regolare. In riferimento ai materiali clactoniani di High Lodge (contea di Suffolk, regione East Anglia) Forestier (1993) ha identificato il metodo di scheggiatura SSDA (Système par surface de débitage alterné – sistema a superfici di scheggiatura alternate). Questo non prevede messa in forma del nucleo e consiste in serie unipolari di distacchi. Le serie sono tra loro tendenzialmente ortogonali La riduzione volumetrica avviene attraverso una o più corte serie di distacchi, senza gerarchizzazione delle due superfici del piano di percussione e di scheggiatura. Risulta assente la fase di gestione e messa in forma dei nuclei, che vengono abbandonati nel momento in cui si esauriscono l’esistenza di un angolo favorevole, presente su un diedro naturale, e le convessità naturali. La produzione si orienta verso supporti-scheggia di morfologia quadrangolare e supporti allungati, con una o più nervature dorsali assiali parallele o subparallele. Per un’idea più precisa è utile riferirsi all’immagine più sopra.

L’insieme litico di Sa Coa, a stato fisico fresco legato alla giacitura primaria e all’assenza di disturbi postdeposizionali, è caratterizzato da una forte
incidenza dei denticolati (quasi 50%) e dei raschiatoi corti (24%); la standardizzazione dei canoni tecno-tipometrici e tipologici indica che questa produzione risponde a canoni industriali ben definiti e specifici che trovano confronto nel filone su scheggia senza bifacciali. La cronologia mindeliana, proposta in base ai dati pedologici, non contrasta con quella generalmente attribuita, anche in questo caso sulla base di evidenze geo-pedologiche, ad alcune industrie dell’Italia settentrionale. In altre parole i ritrovamenti paiono testimoniare una certa linearità storica con prevalenza di determinate forme (lavorazioni) rispetto ad altre ed una certa ripetitività delle produzioni a conferma di un’acquisita cultura “industriale” pienamente corrispondente ad esigenze sociali ed individuali ben definite, con chiare affinità con altri ritrovamenti di altri parti d’Italia.

The lithic whole of Sa Coa, in a fresh physical state linked to the primary position and the absence of post-depositional disorders, is characterized by a strong  incidence of denticulate (almost 50%) and short scrapers (24%); the standardization of the techno-typometric and typological canons indicates that this production responds to well-defined and specific industrial canons that are compared in the vein on sliver without double-sided. The Mindelian chronology, proposed on the basis of pedological data, does not conflict with that generally attributed, also in this case on the basis of geo-pedological evidence, to some industries of northern Italy. In other words, the findings seem to testify to a certain historical linearity with a prevalence of certain forms (processes) compared to others and a certain repetitiveness of the productions confirming an acquired “industrial” culture fully corresponding to well-defined social and individual needs, with clear affinity with other finds from other parts of Italy.

Per meglio comprendere la specifica Preistoria della Sardegna e collocarla correttamente rispetto all’evoluzione fisica e geografica, è utile, infine, accennare alla singolare storia della nascita della Sardegna, che condivide la medesima sorte dell’isola di Corsica.

To better understand the specific Prehistory of Sardinia and place it correctly with respect to physical and geographical evolution, it is useful, finally, to mention the singular history of the birth of Sardinia, which shares the same fate as the island of Corsica.

Circa 20 milioni di anni fa l’Isola non esisteva così come la vediamo oggi ma, insieme alla Corsica, era ancorata al blocco continentale europeo in corrispondenza dell’attuale Spagna. La piattaforma continentale del Massiccio Sardo-Corso successivamente migrò in maniera progressiva e antioraria fino alla collocazione attuale.

About 20 million years ago the Island did not exist as we see it today but, together with Corsica, it was anchored to the European continental block in correspondence with present Spain. The continental shelf of the Sardo-Corso massif subsequently migrated in an anti-clockwise manner to its present location.

Nuovi dati riguardanti la morfogenesi del complesso sardo-corso permettono di stabilire le attuali linee di riva con quelle sottomarine dando un quadro abbastanza preciso delle regressioni avvenute nei periodi glaciali e conseguentemente capire le varie condizioni climatiche apparse nei paesaggi isolani.

Alla fine del Pleistocene medio (160/150.000 anni fa), quello superiore (70/50.000 anni fa) e intorno ai 20.000 anni fa sono stati registrati i picchi di massima regressione marina con un abbassamento del mare di circa 130 metri rispetto a quello attuale.

At the end of the middle Pleistocene (160 / 150,000 years ago), the upper one (70 / 50,000 years ago) and around 20,000 years ago the peaks of maximum marine regression were recorded with a lowering of the sea of ​​about 130 meters compared to the current one .

Lungo le coste sarde è ancora evidente questo continuo variare del livello delle acque e durante i momenti regressivi del mare Tirreno, la Sardegna e la Corsica furono una unica isola divise dall’Arcipelago- a sua volta conformato come una penisola – da uno stretto braccio di mare che permetteva un contatto visivo tra le due sponde e che faciliterà la colonizzazione umana dalla terraferma nel Pleistocene medio e superiore.

A conclusione di questo articolo, che vuol’essere un umile tentativo di divulgare notizie ed informazioni scientifiche sulla Preistoria della Sardegna, sottolineo il mio desiderio di tornare sull’argomento per esaminarne evoluzioni, implicazioni e sfumature.