La lingua sarda dentro la Koinè Mediterranea
Da un intervento del Prof. Salvatore Dedola – Oggidì si ragiona in termini di “imperi”. Del tipo: Io sono più forte e perciò ti rapino persino la lingua. Ma le onde imperialiste non hanno mai cancellato un linguaggio. San Paolo naufragò a Malta 300 anni dopo che l’isola era stata occupata dai Romani, ma egli disse che vi si parlava “barbaro” ossia né greco né latino. Infatti ancora oggi il “dialetto” maltese ha basi semitiche. Apuleio nel “De Magia” scrisse che il popolo africano (ossia della Sirte) parlava ancora e soltanto cartaginese dopo 300 anni dalla cancellazione di Cartagine. Ripeto, dopo che di Cartagine non era rimasto nemmeno il ricordo!
Ma oggi nei pressi di Sassari è nato uno scienziato con l’acqua nelle scarpe e il sole nella mente, il quale ci dimostra scientificamente (così egli dice) che furono i Sardi a portare la lingua sarda tra i Romani (una lingua che fu poi chiamata immeritamente “latina”).
Pertanto, chi ha letto i miei libri, chi ha capito bene la questione, sarebbe pregato di buttare via i miei libri e fluire verso la “teoria imperialista”, facendo finta che io non mi sia mai espresso in questo lungo lasso di 17 anni.
Le “teorie imperialiste” sono così tanto sbandierate, …da non mostrare nemmeno uno straccio di prova. Lo stesso dicasi dei filologi romanzi, anch’essi esperti nel navigare nei pantani, felicemente “en marche” con l’acqua nelle scarpe e il sole nella mente
Io invece da 17 anni do tutte le prove necessarie ed obbligatorie. Tante di quelle prove che poi è il lettore, da sé stesso, che si convince da che parte stia la scienza e da quale parte stiano le fanfaronate.
I miei lettori sono convinti, scientificamente, che la Koiné Mediterranea fu così ampia e tenace, da impiantare in ogni lido una lingua che nel passare dei millenni si diversificò, lasciando però una lunghissima serie di isoglosse grazie alle quali oggi siamo in grado di affermare e confermare le basi esatte della Koiné stessa, cui parteciparono anche il sardo ed il latino.
Quale millesima prova del mio pensiero do la seguente etimologia.
SŌLIDUS in latino è la ‘moneta totalmente d’oro di epoca imperiale’, da cui deriva l’italiano “soldo”. Si pensa che quel termine monetario equivalga all’aggettivo lat. sōlidus ‘duro, consistente’. Ma a me pare più valida la base sum. šu ‘basket’ + lidim ‘get, acquire’. Il composto šu-lidim in origine significò ‘cestello per gli acquisti’. E si corre indietro all’epoca sumerica, quando s’inventò la prima moneta del mondo, anzi esattamente il suo contenitore (metonimia), la SILA ‘un litro’, ‘vaso da un litro’, entro cui si misurava l’orzo, il quale 5000 anni fa divenne la prima moneta del mondo. Confrontate l’anglosassone SELL ‘vendere’, che presenta l’apofonia I > E. Ma vedete anche il sardo. siḍḍu (Bitti) ‘moneta antica’, la quale però ha base etimologica diversa, poiché risale al sumerico šid ‘contare’.