Quando Gesù Bambino portava i regali e Babbo Natale era solo un aiutante
Ho passato la mia infanzia ad immaginare Gesù Bambino carico di regali, ma soprattutto pensavo che Babbo Natale fosse poco più che un ausiliario. In Sardegna la domanda di rito dei giorni seguenti l’avvento era proprio “cosa ti ha portato in dono Gesù Bambino quest’anno?
Quando fui più cresciuto pensai che nessun dei due esistesse, se non nelle menti degli adulti. Babbo Natale, che intanto aveva invaso tutto il mondo del consumismo, aveva ormai soppiantato Gesù Bambino ed iniziava a non essermi più così simpatico; del resto si rivelava pienamente per ciò che ancora è: un’invenzione americana.
Ora le cose sono cambiate, ho letto, mi sono documentato e ho capito il peso di entrambe le tradizioni. In realtà Santa Claus non è altro che il Vescovo Nicola di Bari, noto per la sua immensa generosità ed al quale sono imputate alcune belle vicende umane, tra cui il dono di tre sacchi di monete per garantire tre doti a tre fanciulle di una famiglia povera, che grazie alla sua generosità potè assicurarli una dote ed uno sposo. La tradizione e devozione verso il Vescovo Nikolas si fece strada nelle popolazioni germaniche per poi attraversare l’Atlantico, dove prese il sopravvento sulla figura di Gesù Bambino sino a soppiantarlo completamente.
Nicola nacque a Patàra di Licia, nel III secolo, da una famiglia benestante: il padre Epifanio e la madre Giovanna erano cristiani e allevarono il figlio nella fede. Ben presto, però, egli rimase orfano, o almeno così si narra: studiò e crebbe in un monastero a Myra e, a diciassette anni, divenne il prete più giovane dell’epoca; della ricchezza ereditata dai genitori, fece regali e doni ai bimbi poveri e alle famiglie che non possedevano niente (di qui l’appellativo “il santo del dono”). Quando il vescovo della città morì, Nicola fu eletto dai cittadini nuovo vescovo. Nel 305 fu imprigionato durante le persecuzioni di Diocleziano. Con l’avvento di Costantino e del suo editto venne liberato e poté riprendere il suo posto. Non è provato che partecipò al consiglio di Nicea, ma è certo che si batté in difesa della religione cristiana contro l’eresia ariana.
Morì il 6 dicembre 343. Le spoglie riposavano a Myra quando la città fu presa dai mussulmani. Bari e Venezia, allora rivali nei commerci con l’Oriente, poiché la fama di questo santo era ampiamente diffusa anche in Italia, si contesero le reliquie da portare in Occidente. Alla fine, l’8 maggio del 1087, il santo fu tumulato nella chiesa dei benedettini a Bari, custodito dal futuro vescovo Elia, che, in seguito, fece edificare una chiesa dedicata a Nicola. Così, i pugliesi festeggiano San Nicola l’8 maggio (giorno in cui le sue spoglie arrivarono a Bari), mentre le città del nord lo ricordano il 6 dicembre (giorno in cui egli morì a Myra).
Quanto a Gesù, sulla sua esistenza penso non possa dubitare nessuno e, sebbene non vada di casa in casa a distribuire i doni comprati al supermercato, è capace di ben altro e non vi è casa nella quale, se si apre il cuore, non se ne senta la presenza, soprattutto la notte di Natale.