Fabio Garuti: furono i sardi a creare il primo alfabeto
Sono oltre 10.000 i reperti analizzati dallo studioso Fabio Garuti dai quali ha potuto constatare il collegamento tra l’alfabeto Ogham e l’antica civiltà sarda, il luogo dove in realtà sarebbe stata creata la scrittura che, dopo ulteriori evoluzioni, ha portato alla cultura sumera, greca etrusca e poi romana.. Lo studioso, eccellente glottologo e profondo conoscitore delle lingue antiche e romanze, ha iniziato da molti anni un percorso che definirei quasi “investigativo” e che sposta l’analisi dalla mera osservazione del singolo reperto alla comparazione linguistica dei segni presenti nella storia europea e mediorientale antiche. Un lavoro, quello del Garuti, che getta una nuova luce sulla ricostruzione della storia sarda e con essa della storia dell’intero bacino del mediterraneo, sorretto dalle prime importanti conferme provenienti da altri studiosi come quelli musicali o botanici. Pare ormai in via di definitiva confermato un nesso diretto tra le note musicali delle antiche Launeddas, strumento millenario presente solo in Sardegna, come anche tra i nomi in sardo delle principali piante antiche e l’alfabeto Hogam, Dagli studi dell’appassionato studioso emerge il profilo di un popolo, quello sardo delle origini, dedito ai commerci ed alla navigazione, con la prova ormai definitiva dei contributi dati dalla cultura sarda ai popoli cinese, peruviano. scozzese, sumero, greco ed etrusco. E’ ancora la linguistica a soccorrere il lavoro di Garuti, facendogli scoprire l’origine sarda dei nomi Ziqqurat e addirittura Halloween e aprendogli la strada alla comprensione della lingua etrusca, considerata ancora misteriosa e intraducibile dalla comunità scientifica ufficiale.
Tratto dal gruppo
Sardegna, l’isola di Atlantide.
L’ANTICO ALFABETO SARDO. Metodologia ed implicazioni storiografiche.
Articolo di Fabio Garuti
Dalle foto (Vinna Foto per Fabio Garuti – Deut. Katalog – Inschriften)) che allego, e di cui fornisco sigle relative al sistema di traduzione nonché di catalogazione, si evincono testimonianze di una forma di scrittura. Ce ne sono migliaia, su pietra, metallo, monili, vasellame ceramico, statue, bassorilievi, monumenti (Nuraghi in primis), strade, bronzi (impropriamente definiti “bronzetti”) a testimonianza del fatto che tale forma di scrittura, di cui solo in Sardegna restano tutte le tracce ed i processi evolutivi, era talmente diffusa da costituire la “normalità scrittoria” (e non certo un qualcosa di elitario e/o di misterioso o misterico), databile a ben oltre settemila anni fa, sia in virtù della datazione di alcuni reperti su cui è stata apposta, sia dalla genesi stessa di cui è stata ovviamente oggetto nel corso dei millenni. Antico Alfabeto Sardo anche perché, solo in Sardegna, ne troviamo, è bene sottolinearlo, tutte le tracce e tutti i passaggi.
Per tradurre una Scrittura Antica bisogna saperne dimostrare i passaggi, tutti, grafici, fonetici, lessicali, grammaticali e sintattici, altrimenti non se ne viene a capo, si diventa a-scientifici, e si rischia di precipitare nella interpretazione soggettiva, avulsa da un qualsiasi contesto culturale e linguistico. Inutili poderosi e ponderosi tomi, ciclopici ammassi di carta frutto di interpretazioni soggettive o solo grafiche, o solo fonetiche o addirittura solo lessicali, che non possono neppure stabilire cronologie linguistiche certe, bensì solo similitudini di sovente forzate e forzose, le quali, soprattutto, non sono né scientifiche né culturalmente efficaci in quanto, se ci fate caso, di qualsiasi lessico è possibile fare accostamenti sillabando o prendendo parti di parole, parcellizzate a proprio piacimento. In tal modo anche l’Italiano, per citarne una, è accostabile a qualsivoglia lingua, basta “spezzare” le parole, per l’appunto, a proprio piacimento. Unendo insieme grafica, fonetica e lessico, e tracciandone un percorso coerente e chiaramente identificabile, si ottiene invece una traduzione realistica e soprattutto scientificamente congrua. Concetto che non necessita di approfonditi studi accademici, ma che viene ben spiegato nelle prime classi delle Scuole Medie Superiori, ossia Terza Media più vacanze, laddove si iniziano a tradurre i testi in Latino e Greco Classici.
La traduzione, grafico-fonetica-lessicale-grammaticale, dei Testi scritti in Antico Alfabeto Sardo, ci permette di affermare, tra l’altro, che è assolutamente improprio parlare di Civiltà Nuragica, dal momento che gli Antichi Sardi definivano questi edifici in ben altra maniera, senza attendere improbabili aiuti lessicali dall’oriente mediterraneo. Oltretutto è illogico e ridicolo ritenere che chi costruisca migliaia di edifici del genere, non sappia definirli e debba attendere l’intervento grafico-fonetico-lessicale di un qualche visitatore giunto via mare, per dare loro un nome, scritto e pronunciato. Negli scritti viene spiegato perfettamente, oltre alla identificazione cronologica, come venissero definiti, a cosa servissero, e perché fossero tanto numerosi.
Opportuno quindi parlare di Antica Civiltà Sarda e di Antico Alfabeto Sardo, ovviamente utilizzato nell’Isola, dal momento che, ripeto, solo qui se ne reperiscono tutti i passaggi, fino ad arrivare alla Classicità, ovviamente ben più tarda.
Del pari evidenti, in virtù delle cronologie evidenziate, le implicazioni, realmente straordinarie, relative alla Archeologia, alla Storiografia ed alla Storia delle Religioni.
proviamo a fare chiarezza
primo punto, viene affermato:
“…talmente diffusa da costituire la “normalità scrittoria” (e non certo un qualcosa di elitario e/o di misterioso o misterico)”
Assolutamente no, la diffusione non è certo sinonimo di normalità scrittoria in quanto non vengono trovati poemi trascritti in tale lingua ma semplici frasi o parole poste in luoghi particolari che ne denotano l’uso prettamente misterico religioso la scrittura non era certamente di dominio pubblico ma di una elite di persone probabilmente capi ed esponenti religiosi non certo della massa.
secondo punto…si afferma:
“Unendo insieme grafica, fonetica e lessico, e tracciandone un percorso coerente e chiaramente identificabile, si ottiene invece una traduzione realistica e soprattutto scientificamente congrua.”
Se la grafica è ovviamente ben chiara parliamo infatti di un alfabeto fatto da una o più linee oblique o dritte, al contrario NON SONO CHIARI la sua fonetica e il suo lessico anzi potremmo dire del tutto sconosciuti se consideriamo l’epoca in cui questo particolare modo di scrivere fu usato in Sardegna.
terzo punto… si afferma:
“La traduzione, grafico-fonetica-lessicale-grammaticale, dei Testi scritti in Antico Alfabeto Sardo, ci permette di affermare, tra l’altro, che è assolutamente improprio parlare di Civiltà Nuragica, dal momento che gli Antichi Sardi definivano questi edifici in ben altra maniera, senza attendere improbabili aiuti lessicali dall’oriente mediterraneo”
Chiariamo, in realtà l’unica traduzione grafico fonetica lessicale grammaticale di cui disponiamo di questo linguaggio e quello che fu usato dal Popolo de Celti per cui molti millenni dopo e in un area geografica molto più a nord, con una cultura del tutto diversa, e con una lingua che nei millenni subì notevoli cambiamenti, quindi se ipotizziamo alla vecchia maniera, dovremmo pensare ad uno sviluppo della lingua in funzione indoeuropea che trova la sua origine quindi nel sanscrito, o più ragionevolmente come la PENSAVA IL FILOLOGO Semerano che ipotizzava le lingue europee provenire tutte dal semitico [fenicio].
Ecco che perciò risulta piu coerente presupporre, in virtù della “questione fenicia” [cioè la non esistenza di un popolo con questo nome] e soprattutto perché vengono applicati linguaggi [proto germanico protoindoeuropeo che in realtà non sono veri linguaggi ma creati dagli studiosi] di molto posteriori a quello che è il periodo di nascita di questi semplici simboli grafici lineari, che la proto lingua sarda si avvicini di molto alle lingue semitiche, infatti da una comparazione che vi ho già mostrato si vede come molti simboli grafici ogham [fermo restando che parliamo sempre di termini usati dai celti e che quindi nel tempo hanno subito delle variazioni] e loro relativo nome siano molto simili ai nomi di lettere ebraiche e quindi probabilmente con una simile vocalizzazione.
L’ORIGINE DELLA LINGUA SARDA
COMPARAZIONE TRA ALFABETO OGHAM E ALFABETO EBRAICO
Tale accostamento pone in evidenza come i due alfabeti abbiano molto in comune ad iniziare da alcuni nomi tra loro foneticamente simili.
https://www.facebook.com/agostino.desantiabati/posts/2290773411163458
a DIMOSTRAZIONE ULTERIORE CONFUTAZIONE
UN GROSSOLANO ERRORE, mi spiace davvero dover far notare l’errore di interpretazione e soprattutto di metodo AMA COME MADRE NON COME TROVARE
https://www.facebook.com/agostino.desantiabati/posts/2295370440703755
L’ORIGINE DELLA LINGUA SARDA
COMPARAZIONE TRA ALFABETO OGHAM E ALFABETO EBRAICO
Tale accostamento pone in evidenza come i due alfabeti abbiano molto in comune ad iniziare da alcuni nomi tra loro foneticamente simili.
Il simbolo oghamico beith a cui corrisponderebbe il significato di betulla risulta corrispondente alla bet ebraica con il significato di casa e alla nostra b .
l’incontro, fra lo sciamano e lo spirito dell’albero, nel credo del popolo siberiano Samoiedi Avam ben chiarisce l’importanza e la centralità della betulla assunta ad albero cosmico, ad asse del mondo.
“Un ramo soltanto riserverò agli uomini perché possano costruirsi le loro case e quanto altro gli occorre”, disse la betulla allo sciamano nel suo viaggio d’iniziazione. “Con gli altri rami costruirai tre tamburi: uno per aiutare le donne che si apprestano a dare alla luce un figlio, uno per allontanare le malattie, e uno per ricondurre a casa gli uomini confusi dalla tempesta di neve. Ricorda che io sono l’albero della vita”.
“…lo studioso Noam Chomsky (docente del prestigioso MIT di Boston) ha ipotizzato, che le regole semantiche della comunicazione linguistica umana, [la semantica è lo studio dei significati delle parole – dal gr. semaínein, “significare”], dipendano da regole universali inscritte nel cervello, (e quindi codificate nel DNA), che sono simili in tutte le lingue e che rispecchierebbero una grammatica universale, difatti le proto-parole espresse dai neonati, hanno delle sequenze sillabiche analoghe in tutto il mondo, (come conferma lo studio dell’Università del Texas condotto da Peter MacNeilage e Barbara Davis) e vi è un bilittero NG o trilittero NGH o ancora NGHE, presente il molti linguaggi, che riproduce onomatopeicamente il pianto del neonato. Nelle rune, il bilittero NG è associato figurativamente al simbolo di un rombo ♦ ed è chiamata Ingwaz, stilizzazione evidente, dell’organo genitale femminile. La runa, infatti esotericamente, rappresenta l’amore di coppia, per cui la nascita di un bambino, spiritualmente come ovvio, visto che parliamo di nascita, simboleggia la luce nelle tenebre, significato, che ritroviamo ad esempio in ebraico, dove il trilittero formato dalle lettere: Nun, Ghimel, He, נָגַהּ letto nagah significa; illuminare, lucentezza, brillare, che in cinese diventa 犠, nghè con il significato di: sacrificio o ancora 麑, con il significato simbolico di fulvo, cerbiatto, giovane cervo.”
TRATTO DA
SARDEGNA LA TERRA DEGLI UOMINI BLU
UN GROSSOLANO ERRORE, mi spiace davvero dover far notare l’errore di interpretazione e soprattutto di metodo
AMA COME MADRE NON COME TROVARE
3.La Lingua Sarda parlata ha subito molti cambiamenti, nel corso dei millenni, e da qui sono nati vari fraintendimenti sulle cronologie. Comparata al Sumero, al Latino, al Greco e via discorrendo, è sempre stata considerata una lingua “derivata” da queste, e non si è mai provato neppure a supporre che fosse stato proprio il Sardo scritto e parlato ad ispirare tutte le altre Lingue. Questo perché non si era mai guardato ad Occidente ed al Nord Europa (soprattutto alle quattro lingue Gaeliche, al Germanico, al Tedesco ed all’Inglese), perché non si era mai fatta una comparazione grafica, e soprattutto perché non si era mai considerata la cronologia fonetica, ossia la pronuncia delle parole nella propria evoluzione. Vedrete come alcune parole in Sumero, ad esempio, derivino da vere e proprie frasi in Sardo (e Gaelico), ed è evidente che sia stato il sostantivo a derivare da una frase pronunciata e non viceversa.
Linea lunga (A), linea obliqua (M) sia verso destra che verso sinistra, e nuovamente linea lunga (A); tenete presente che laddove i simboli venivano utilizzati singolarmente, la linea originaria di riferimento permaneva, scomparendo laddove, come in questo caso, venissero scritte vere e proprie parole. Traduzione? TROVATO, REPERITO. Il termine AMA ha anche altri significati, ma questo è certamente basilare, in quanto utilizzato non solo in Lingua Sarda, ma anche in Gaelico. Da notare anche che è stato spesso reperito su Nuraghi o su altre costruzioni tipiche della Sardegna (pozzi sacri, mura) ed è importantissimo, in quanto è sempre seguito da ciò che è stato trovato o reperito per l’appunto, formando quindi una vera e propria frase di senso compiuto.
TRATTO DA https://associazionebeith.wordpress.com/
…/antico-alfabeto-…/
purtroppo ritengo tali affermazioni
un ERRORE MADORNALE
il trilittero lineare ogham va traslitterato in antico ebraico ossia fenicio poichè tale lingua è quella successivamente sviluppatasi in Sardegna e quindi
ama אמא è una delle forme arcaiche di am אֵם con il significato di MADRE ma anche infanzia, separazione.
Ciò spiega in maniera più consona il perchè troviamo tali simboli su Nuraghi o su altre costruzioni tipiche della Sardegna come pozzi sacri e mura,[come veine asserito nel filmato]
poichè protetti dalla dea Madre [come si evince dal filmato]
che indicava come visto anche la separazione, quindi tale parola la troviamo ad esempio sulle
mura
perchè appunto separavano un luogo da un altro sotto comunque la protezione della dea.
La troviamo sui nuraghe adibiti forse a mulino dove si separavano le sementi dalle spighe, o dove si produceva il vino o si creava un qualsiasi manufatto perciò luoghi deputati alla separazione o meglio alla trasformazione dove una materia dava vita ad un altra, ed era infine usato in luoghi di culto come i pozzi sacri
ad indicare il luogo probabilmente di riti di iniziazione come quello dei giovani sardi che dall’eta’ adolescenziale entravano nel mondo degli adulti
A TESTIMONIANZA DELL’ERRORE IL FILMATO
https://www.facebook.com/extratvitaly/videos/1705436896347969/
PENSO CHE SIA CHIARO ORA DOV’E’ L’ERRORE NOO?!
addirittura Halloween? però…