Il paradiso terrestre? La Sardegna e l’etimologia del suo nome, di Salvatore Dedola
PARADÍSO, gr. Παράδεισος. Indicava il parco reale dei Persiani, così citato da Senofonte, detto in ant. pers. paridaida, avest. pairi-daēza ‘cinta circolare’, aram. pardēsā, ebr. pardēs ‘parco’ (Qohelet, e Nehemia: quest’ultimo fu a corte di Artaserse I). L’ebr. pardēs è facilmente confrontabile col sd. pardu ‘prato’, principalmente ‘sito della pastura’, ossia luogo dove il bestiame può pascolare e ingrassare; da cui it. prato. Non c’è che dire, in origine questa parola iranica sortì per mostrare il contrasto socio-economico con la normale vita degli Iranici, sparsi per steppe e deserti siccitosi. In egizio, nello stesso campo semantico possiamo rilevare per ‘to sprout, germogliare’ + ṭeš ‘to drink’, ‘drinking festival’: in tal caso possiamo tradurre per-ṭeš come ‘giardino irriguo’. Notiamo così che gli Ebrei (forse durante la cattività babilonese) ebbero il soccorso dei Persiani per acquisire la forma e il concetto di “Paradiso terrestre” che poi s’espanse nel mondo. Però quel concetto esisteva già nel Mediterraneo, non ci fu bisogno dei Persiani per formularlo. Ogni popolo lo citava a modo suo, e pure Israele conosceva già il concetto primitivo, che era Sèred סֶרֶד (Gn 46,14). Anche la moglie del principe lidio Tirreno si chiamava Sèred, detta, con pronuncia mediterranea, Sardō, dal sumerico sar ‘giardino’ + dū ‘tutto quanto’, componibile in sar-dū ‘tutta un giardino’ ((cfr. Erodoto 1, 170: Σαρδώ). La Sardegna in origine fu chiamata proprio così, indubbiamente per le potenzialità economiche che mostrava d’avere nei tempi arcaici: quindi Σαρδώ significò ‘Paradiso Terrestre’.